martedì 12 giugno 2007

Giornali finanziati dallo Stato!

Lo sapevate che tutti i giornali sono finanziati dallo Stato? compresi i free press, quelli regalati con i nostri soldi! e siccome i conti non tornano mai è bene sapere a chi vanno tutti questi soldi e perché. Riportiamo alcuni significativi stralci da Report in onda domenica 23 aprile 2006 su RAI TRE.

Finanziamento pubblico all’editoria: tutto comincia con la legge del 1981 che dà un aiuto ai giornali di partito perché non in grado di sostenersi da soli. Se tutto fosse finito lì oggi lo Stato sborserebbe 28 milioni di euro all’anno, invece nell’87 la legge cambia e basta che due deputati dicano il tal giornale è organo di un movimento politico, che può attingere al grande portafoglio, poi nel 2001 la legge cambia di nuovo:bisogna diventare cooperativa. E così siamo arrivati a spendere 667 milioni euro all’anno.

Voi sapete che i giornali di partito sono cinque e io vi dico senza tema di smentita che, adesso non so la cifra esatta, sono decine e decine quelli finanziati. Ci sono giornali veri di partiti veri, giornali veri di partiti falsi, giornali falsi di partiti falsi. Essere formalmente giornali di partito quando non lo sono ed essere finanziati per questo mi sembra un po’un piccolo imbroglio.

La legge sulle provvidenze per l’editoria dice che un partito può scegliere di ottenere il contributo per un giornale, oppure per una radio. Il Partito Radicale da sempre ha scelto di farsi finanziare la radio. Prende 4 milioni di euro l’anno. Ma non erano contrari al finanziamento pubblico?

Nell’ultima finanziaria spulciando tra i commi c’è uno stanziamento che riguarda il settore della radiofonia a firma di due senatori della Lega Nord, si parla di un milione di euro annuo, a cui possono accedere i soggetti di cui il comma 190 art. 4…chi saranno questi soggetti?

E un po’ di soldi sono arrivati anche a Radio Maria che in piena campagna elettorale ha ringraziato in questo modo, dicendo che il 95% dei parlamentari del Centro Destra è promosso, l’80% del Centro Sinistra bocciato. L’ultima fetta della torta dei contributi all’editoria stanziati dalla Presidenza del Consiglio, riguarda indistintamente radio e televisioni locali. Poi ci sono 100 milioni di euro dal Ministero delle Telecomunicazioni, vengono distribuiti con una graduatoria stilata dai Comitati Regionali per le Comunicazioni, in base al fatturato e al numero dei dipendenti.

Come dire che è in uso per chi prende soldi pubblici girarne un po’ al partito che ti ha dato una mano, ne girano un po’ meno nelle tasche di chi il giornale lo fa. Sono centinaia le segnalazioni arrivate da tutta Italia: un giornalista, per esempio, che lavora a Roma con uno stipendio in nero di 400 euro dice di essere ancora uno di quelli fortunati che per una breve prende cinque euro e 50, poi per i pezzi un po’ più corposi arriva a prendere 11 euro.

Ma gli pagano i contributi? No assolutamente! Tutto a carico suo.

Se per dire che si prende poco bisogna mettersi un lenzuolo in testa, siamo veramente messi male! E lavorano tutti in giornali che attingono al denaro pubblico. Uno dice“leggeremo moltissimo”. Allora in Italia sono sei milioni di persone che ogni giorno comprano il giornale, lo stesso numero che c’era nel dopoguerra. Comunque con la nuova finanziaria chi è dentro è dentro, per chi è fuori sarà un po’ più complicato entrare, e il contributo sulla carta è stato abolito… la Francia, che è l’unico paese europeo a dare finanziamenti pubblici sborsa 250milioni ma solo per i giornali di partito e con poca pubblicità. Noi ne tireremo fuori 600. Ma forse c’è una ragione per cui lo stato paga tutti questi soldi, forse per lasciare libere le tv di intascare il 55% della raccolta pubblicitaria, mentre alla stampa va il 33%. Nel resto d’Europa è il contrario.I dati relativi ai contributi pubblici erogati all' editoria sono riportati sul sito del governo a questo indirizzo:

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