martedì 11 settembre 2007

Discriminazioni sul lavoro per over 40

Per discriminazione si intende la condizione nella quale si limita la partecipazione di un individuo al normale svolgimento dell’attività lavorativa sulla base dell’età, del sesso o dell’orientamento sessuale, della disabilità, della razza o della nazionalità, oppure a causa delle opinioni politiche o dell’attività sindacale della persona discriminata.

Kelly Services, multinazionale americana leader mondiale nei servizi per le risorse umane, dopo il successo ottenuto con il progetto “Kelly World at Work Survey”, ha condotto una nuova e più ampia indagine internazionale suddivisa in diversi argomenti, denominata “Kelly Global Workforce Index”. I risultati della prima parte del progetto mostrano che il 58% dei lavoratori italiani ritiene di aver subito discriminazioni durante la ricerca di un lavoro. In Italia, come nella maggior parte dei paesi in cui è stato condotto il sondaggio, la principale ragione delle discriminazioni è risultata l’età dei lavoratori.

Il progetto ha coinvolto 28 paesi del mondo di cui 16 in Europa (Italia, Svezia, Ungheria, Regno Unito, Danimarca, Lussemburgo, Russia, Olanda, Turchia, Spagna, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Svizzera e Norvegia). “Kelly Global Workforce Index” ha dato voce alle opinioni di 70.000 lavoratori, di cui 6.000 in Italia e preso in esame importanti temi legati al lavoro, quali la discriminazione nel mondo del lavoro, i giudizi dei lavoratori nei confronti dei loro superiori, la conciliazione tra cura dei figli e attività professionale, l’utilizzo dei trasporti pubblici per recarsi sul luogo di lavoro, il rapporto tra l’utilizzo di internet e delle e-mail e la produttività.

In Italia oltre la metà dei lavoratori intervistati (58%) ha affermato di aver subito, negli ultimi 5 anni, discriminazioni durante la ricerca di lavoro: in particolare, il 62% delle donne e il 53% degli uomini intervistati ha affermato di essere stato oggetto di un atteggiamento discriminatorio a causa del sesso, dell’età, della razza o dell’eventuale condizione di disabilità.

Nella classifica dei paesi europei nei quali le pratiche discriminatorie sembrano essere più diffuse, l’Italia occupa il 3° posto, preceduta a sorpresa dall’Ungheria e dalla Svezia, che occupano rispettivamente la seconda e la prima posizione.

L’età sembra essere la principale causa di discriminazione durante la ricerca di un lavoro: il 28% dei lavoratori italiani intervistati ha infatti dichiarato di aver subito discriminazioni legate alla propria età, troppo avanzata in alcuni casi o troppo bassa in altri; il 13% degli intervistati ha affermato di aver subito discriminazioni legate al sesso mentre sia la discriminazione razziale sia la discriminazione legata alla disabilità hanno registrato percentuali vicine al 2%. Ad essere maggiormente penalizzati sono i lavoratori con un’età compresa tra i 45 e i 54 anni, che hanno affermato di essere stati oggetto di discriminazione nel 72% dei casi, e i lavoratori con un’età inferiore ai 20 anni, che hanno segnalato di essere stati vittima di un atteggiamento discriminatorio nel 63% dei casi.

In particolare, la metà dei lavoratori over 45 intervistati (49%) ha sostenuto di essere stata discriminata a causa dell’età.

I risultati del sondaggio inoltre confermano che le discriminazioni legate al sesso colpiscono principalmente le donne (19%), con un dato che si distanzia significativamente da quello relativo agli uomini (5%).

Per quanto riguarda i settori lavorativi, i livelli più alti di discriminazione sono stati registrati nel settore della Vendita al dettaglio, nel settore Viaggi e Tempo Libero, nel settore dei Trasporti e della Distribuzione e nel settore dei Servizi di pubblica utilità.

Il sondaggio, dopo aver preso in considerazione ciò che accade durante la ricerca di lavoro, ha esaminato le discriminazioni subite nello svolgimento dell’attività lavorativa, ed ha evidenziato che il 40% dei lavoratori intervistati ha subito discriminazioni durante la propria attività professionale quotidiana. In particolare, il 43% delle donne e il 37% degli uomini intervistati ritengono di essere stati discriminati durante lo svolgimento del proprio lavoro. Tabella 8

Stefano Giorgetti, Direttore Generale Kelly Services Italia, commenta: “Dai risultati del sondaggio emerge l’immagine di un mercato del lavoro, italiano e non, in cui oltre la metà dei lavoratori ritiene di aver subito una qualche forma di discriminazione e dove le penalizzazioni dovute all’età interessano quasi un lavoratore su tre. Considerando poi i lavoratori tra i 45 e i 54 anni, di cui oltre il 70% afferma di essere stato oggetto di discriminazione a causa dell’età, i dati sembrano fotografare una condizione paradossale: nel momento in cui sempre più aziende segnalano la mancanza di personale in possesso di un know-how frutto non solo di un percorso formativo ma anche di un’ampia esperienza lavorativa, proprio le persone maggiormente in grado di rispondere a queste necessità trovano sempre più a fatica un inserimento lavorativo. Si tratta di una situazione potenzialmente molto rischiosa non solo per i lavoratori direttamente discriminati, ma anche per le aziende, che in tal modo rischiano di perdere lavoratori di talento e con una grande esperienza professionale maturata in anni di attività. Le pratiche discriminatorie che il sondaggio ha messo in evidenza rischiano di portare le aziende a situazioni di intenso turnover, assenteismo, scarsa produttività, ed infine a dover affrontare cause civili ed incorrere nelle sanzioni previste dalle leggi anti-discriminazione. I dati raccolti dimostrano che monitorare il rischio di discriminazione, offrendo ai lavoratori occasioni di confronto come è accaduto con il sondaggio Kelly Global Workforce Index, permette di individuare, ed affrontare con maggiori probabilità di successo, le principali problematiche del sempre più complesso mondo del lavoro.”

1 commento:

Card Shuffling ha detto...

I know, how it is necessary to act, write in personal