venerdì 7 settembre 2007

Libro Verde: siamo dei tafazzi coatti

tommaso padoa schioppaL’hanno chiamato Libro Verde. Forse perché a leggerlo si diventa verdi come la bile. O forse perché ci fa capire come mai siamo al verde. Il motivo è questo: siamo al verde perché bisogna pagare tasse da non dormirci la notte per mantenere una spesa pubblica così mostruosa.

Certo come titolo non è originale (perché il ministro lo è?), il ministro, viste le 6 lauree ad “honoris causa” ricevute, si poteva sforzare di più, esiste infatti un libro verde della Commissione delle Comunità Europee, dell’8 febbraio 2007, la quale invita gli interessati a esprimere le loro opinioni sulle tematiche enucleate nel contesto del riesame dell’acquis relativo al consumatore.
La Commissione tecnica per la finanza pubblica, che ha messo a punto il Libro Verde sulla spesa pubblica in Italia presentato da Tommaso Padoa-Schioppa, costa un milione e 200mila euro all’anno. Lo stabiliscono il comma 474 e seguenti della legge finanziaria di quest’anno: la Commissione opera sulla base dei programmi predisposti dal Ministro dell'economia e delle finanze. Istituita, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, la Commissione tecnica per la finanza pubblica. Tra i compiti principali quelli di formulare proposte per: accelerare il processo di armonizzazione e di coordinamento della finanza pubblica e di riforma dei bilanci delle amministrazioni pubbliche; migliorare la trasparenza dei dati conoscitivi della finanza pubblica; definire i principi generali e gli strumenti di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; monitorare i flussi di spesa del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato; valutare l'informazione statistica sugli andamenti della finanza pubblica; valutare la spesa pubblica.

Per il ministro dell’Economia il documento elaborato dalla Commissione consente di colmare un gap di conoscenza delle diverse dinamiche della spesa. “Conoscere per deliberare, come diceva Einaudi”, ricorda Padoa-Schioppa. “In questa sede conosciamo, non deliberiamo. Spendere meglio è possibile. In tutti i settori esaminati esistono ampi spazi per realizzare sostanziali risparmi e nello stesso tempo migliorare la qualità dei servizi offerti".

E' questa, in estrema sintesi, l'indicazione che emerge dal "Libro Verde sulla spesa pubblica italiana" (file in formato pdf)

Il Libro verde è stato preparato dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica, con lo scopo di offrire, in vista anche del prossimo confronto sulla Legge Finanziaria 2008, un quadro complessivo della dinamica della spesa pubblica. Alcuni approfondimenti settoriali vogliono esemplificare l'assunto generale del lavoro, che sostiene la necessità e la possibilità di spendere meglio.

Il Libro Verde non dà alcuna indicazione sui possibili risparmi di spesa che faranno parte della prossima finanziaria. Ma mette in luce, come osserva il ministro, come esistano spazi oggettivi per una riqualificazione della spesa pubblica, affetta, a suo dire, da un male antico: molte delibere e poche conoscenze, e aggiunge che sarebbe sufficiente che in ogni campo della spesa si raggiungessero i livelli toccati dai migliori del Paese perché i risparmi risultassero altissimi. La storia del debito pubblico italiano sta lì a dimostrare che fra la teoria e la pratica il solco è profondo.

Sono diversi i capitoli di spesa nel mirino del Libro Verde: Giustizia, Sanità, Enti locali, Pubblico impiego.

Considerando la dimensione che il settore pubblico ha raggiunto ed i ruoli diversificati che esso svolge in Italia, come in molti paesi avanzati, qualità ed efficienza della spesa pubblica rappresentano elemento chiave di sviluppo per l’economia e la società nel suo complesso. E’ quindi cruciale poter disporre di una base conoscitiva adeguata sulle caratteristiche e tendenze di fondo della spesa e sul grado di efficienza ed efficacia delle azioni che con essa vengono intraprese. In Italia, tale esigenza è rafforzata dalla consapevolezza che "spendere meglio", utilizzare cioè al meglio le risorse pubbliche, è un obiettivo non più rinunciabile affinché il Paese possa ritrovare la strada di una crescita elevata e sostenibile. La spesa pubblica italiana è la peggiore d'Europa.

Dal 1990 a oggi i costi della giustizia sono aumentati del 140 per cento, infatti i magistrati ad oggi sono aumentati di numero del 15 per cento. 15 per cento in più, proprio così: a giudicare dal passo di lumaca dei processi non si direbbe, e dai criminali impuniti, neppure. Negli ultimi 17 anni, mentre i costi aumentavano, i tempi si allungavano: 582 giorni per un divorzio, addirittura 1210 giorni per una violazione contrattuale. Perfetto, no? Paghiamo sempre di più per avere un servizio peggiore. Ma che ci volete fare? Fra l'altro il libro verde rivela un'altra chicca: il 67 per cento dei magistrati giudicanti riceve uno stipendio superiore alle funzioni svolte. Cioè: è come se in una fabbrica di 100 operai, 67 fossero pagati come capireparto pur continuando a fare gli operai. Nella Giustizia, conclude il Libro Verde, esistono economie di scala non sfruttate.Oltre alla giustizia brillano per inefficienza il mondo universitario e gli enti locali. Negli stipendi del pubblico impiego ci sono lievitazioni da far impallidire: gli stipendi degli statali sono cresciuti del 30% in cinque anni. Ne consegue, scrive il Libro, che appare cruciale che il rinnovo dei contratti sia incentrato a favorire una maggiore produttività e mobilità.

E per un posto letto in ospedale gli italiani spendono 670 euro al giorno, cioè più di una doppia de luxe in un hotel a 5 stelle. Però dicono che la sanità va bene.
Non rappresenta certo una novità il dato che la spesa previdenziale italiana sia la più alta dell’area euro: il 14,7% del Pil (rivisto al 13,8% per una previsione del valore della crescita), a fronte di una media del 12,7%. Eppure, questo governo ha eliminato una riforma previdenziale che consentiva la riduzione del costo previdenziale. E non c’era bisogno di una Commissione tecnica per rendersi conto delle performance del settore pubblico.

Nell’Università, invece, c’è una «composizione del corpo docente inadeguata: troppi professori ordinari e associati e pochi ricercatori». Il settore risente «della discontinuità dinamica dei finanzaimenti pubblici».

La spesa sanitaria «regge in confronto internazionale. Ma esistono ampi spazi di miglioramento, in due direzioni: aumentando la prevenzione e la medicina territoriale a scapito dei ricoveri che pesano per il 48% della spessa totale».

E sugli enti locali il Libro Verde lancia la proposta: associare i piccoli comuni. Costano troppo. Come un’eventuale riforma elettorale.

Siamo dei tafazzi coatti, costretti dallo Stato al masochismo perpetuo.

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