domenica 9 settembre 2007

Le pensioni dei professionisti categoria per categoria

Riportiamo dal Sole 24 Ore il seguente articolo di Laura Cavestri

Le performance, sul breve periodo, sono da centometristi. Ma senza un'andatura costante, le Casse di previdenza dei professionisti rischiano di non aver abbastanza fiato per le lunghe distanze. Tonificate da percentuali di giovani iscritti che in dieci anni – per avvocati, commercialisti, ingegneri e architetti – hanno incrementato gli iscritti di oltre il 100%, dal '96 hanno visto crescere le entrate per contributi. Ma ancor di più sono aumentate le uscite. In pratica, a galoppare più velocemente sono le spese per pensioni. Per garantire ai baby boomers, che si avvicinano alla soglia del "ritiro", quella "promessa" previdenziale di importi spesso più generosi di quanto i beneficiari non abbiano effettivamente versato nel corso della propria vita lavorativa. Importi, oggi, non adeguatamente sostenuti da giovani con redditi modesti e oggettive difficoltà ad affermarsi sul mercato.

Il tutto, in attesa che da settembre il ministero del Lavoro fissi in un decreto, paletti più stringenti per le proiezioni attuariali delle Casse, in parte delineati in un documento "propedeutico" del Nucleo di valutazione della Spesa previdenziale, che ha già prodotto la levata di scudi degli enti professionali.

Consolidando la scelta avviata un anno fa, anche quest'anno, l'analisi del “Sole 24 Ore” sulla base di dati richiesti alle Casse di previdenza dei professionisti non si limita soltanto al confronto tra i dati del consuntivo 2006 (approvato da tutti gli Enti di previdenza prima dell'estate) e l'esercizio precedente, tenendo conto dei valori 2006 (che si confermano ancora tutti positivi), ma si cerca anche di ragionare su un orizzonte più ampio (anche se, in termini previdenziali, pur sempre di corto respiro).

Dal 1996 a 2006 sono cresciuti contribuenti e pensionati, versamenti ed esborsi previdenziali, negli Enti pensionistici dei liberi professionisti, privatizzati con il decreto legislativo 509/1994. Così come sono variate le grandezze nei tre anni di riferimento, il 1996 "anno base", e gli esercizi 2005 e 2006.

Tutti gli enti che curano la previdenza di primo pilastro, tranne l'Inpgi (la Cassa dei giornalisti), hanno fornito i dati.

Se nel decennio 1996-2005, per avvocati, commercialisti e Inarcassa il tasso di incremento dei nuovi iscritti si attestava attorno al 90%, con il 2006, l'aumento supera il tetto del 100%, con un quasi 110% di ingegneri e architetti, per i quali il trend pare inarrestabile. Ma se si escludono le professioni a numero "programmato" – come notai (+ 2,46%) e farmacisti (+ 20,36%) – per molte categorie i tassi di crescita di neoiscritti sono già surclassati dalla marea montante dei pensionati: geometri (+ 44,8% contro + 55%); medici (+ 15,94% contro + 29%); consulenti del lavoro (+ 27,3% contro + 51%). E galoppano soprattutto le uscite per pensioni. Sebbene crescano le giovani leve, la spesa pensionistica della Cassa forense è cresciuta, dal'96, del + 151% a fronte di entrate del + 117 per cento. Lo rileva anche la tabella, in cui dal'96 è migliorato il rapporto attvi/pensionati, ma non si può dire altrettanto di quello tra entrate e uscite.

L'esborso dei ragionieri sfiora il + 290% (+ 234% sono le entrate), mentre anche per consulenti del lavoro e geometri si conferma il sorpasso dei tassi di crescita delle uscite sulle entrate. Rapporti di crescita ancora favorevoli per dottori commercialisti, Inarcassa, medici e veterinari (oltre a notai e farmacisti su cui è prematuro leggere gli effetti delle "liberalizzazioni"), ma con incrementi in progressivo e "pericoloso" avvicinamento.

Proprio per una lettura critica e di lungo respiro sulla sostenibilità del sistema il ministero del Lavoro ripartirà a settembre a elaborare, sulla base degli indirizzi forniti dal Nucleo di valutazione, il decreto che fissa paletti più stringenti per i bilanci attuariali e orizzonti più dilatati per garantire gli equilibri finanziari.

In ogni caso, le Casse si dimostrano cantieri in movimento. Dal 1° gennaio 2008, per esempio, per la Cassa forense l'aliquota di contributo soggettivo passerà dal 10 al 12%, mentre la quota di solidarietà versata dai pensionati da almeno sei anni lieviterà al 4 per cento. Infine, a metà settembre, tre giorni di "Stati generali" di tutti i delegati della Cassa forense dovrebbero portare a decidere quale riforma varare: il mantenimento, con forti correzioni, dell'attuale sistema retributivo, il passaggio a un contributivo "morbido" o a un sistema di tipo "misto", con oneri deducibili

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