giovedì 31 maggio 2007

Meditate politici, meditate.

luca cordero di montezemoloE’ la prima volta che le sinistre vengono sostanzialmente sradicate dal Nord, dove sono ridotte a fenomeno marginale. Siamo di fronte a un passaggio drammatico e storico per la sinistra in Italia. In sostanza i numeri raccolti nelle urne l’altro giorno non dipendono da quello che ha fatto il governo negli ultimi mesi, ma riguardano un processo in corso da almeno vent’anni al nord.

In ogni caso la linea che il governo sta seguendo agli elettori non piace molto. Il governo deve dare una risposta agli italiani su pensioni e precarietà altrimenti va a casa. Quando Prodi parla di Paese malato appare più che altro un'autodifesa, visto che la crisi investe tutta l'Europa. Il punto è che le risposte sono inadeguate a questa malattia.

Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, sull’affondo contro l’attuale sistema politico italiano è stato chiaro: la politica è la prima azienda italiana con quasi 180 mila eletti e costa ben 4 miliardi di euro l’anno. Altrettanto chiaramente. ha esposto un manifesto che vede l'impresa paradigma di governo di cui la politica deve essere espressione. Si tratta di una evoluzione dell'idea tecnocratica.

Il governo deve confermare e garantire agli italiani che presto ci saranno tagli al costo della politica nel bilancio di Montecitorio, in particolare per il vitalizio dei parlamentari.

Il dato centrale è che, mentre chiedeva al Paese di fare sacrifici, il Palazzo della politica ha continuato come prima. Anzi: peggio e i numeri non lasciano dubbi.

L'unica cifra rimasta quasi identica negli ultimi cinque anni è quella scritta nella busta paga annuale del presidente della Repubblica (poco sotto i 220 mila euro, il che significa che in termini reali il capo dello Stato è oggi un po’ meno pagato di ieri).

Dice l'Istat che il costo della vita, nell'ultimo lustro, è cresciuto complessivamente del 13%? Bene: il peso sulle pubbliche casse degli organi costituzionali è aumentato del 36,56% e che gli stipendi dei lavoratori dell'industria sono cresciuti del 2,5% rispetto all'inflazione. Ma possibile che la macchina del Colle proprio non potesse risparmiare un cent dei 64 milioni di euro in più che costa oggi rispetto al 2001? E a Palazzo Madama, sinceramente, non potevano dare una sforbiciatina ai 147 milioni e mezzo di euro supplementari di spese correnti che hanno fatto lievitare i costi fino a 527 milioni l'anno? E a Montecitorio, non potevano limare le stesse spese correnti perché non si impennassero fino alla quota di 940 milioni, con un aumento di 124 milioni? Le percentuali dei rincari sono lì, sotto gli occhi: dal 2001 ad oggi la macchina del Quirinale costa il 42% in più, quella del Senato il 39%, quella della Camera il 15%, quelle della Corte Costituzionale e del Csm intorno al 29%. I bilanci di cui parliamo sono stati approvati dalla maggioranza d'oggi. Di più: la stessa finanziaria "lacrime e sangue" voluta da Romano Prodi per il 2007, prevede sventagliate di tagli ovunque, meno che per gli organi costituzionali. Quanto alle voci che hanno fatto lievitare le spese per ora non sappiamo nulla, nonostante la battaglia per la trasparenza di isolati donchisciotte

A Montecitorio i rimborsi spese sono cresciuti oltre l'inflazione del 9,5%. I vitalizi agli ex deputati (che pesano per 127 milioni di euro: 35 più delle indennità dei parlamentari in carica, a riprova di come per anni la gestione delle pensioni agli onorevoli sia stata scriteriata) del 10,3%. I «servizi personale non dipendente» (cioè?) del 55%. La «comunicazione e informazione» del 40%. I «servizi igiene e pulizia» del 38%. I «servizi di guardaroba» del 43%. Le «spese di missione» del personale del 57,5%. Per non dire delle impennate più stupefacenti delle autoblù: la voce «noleggio di automezzi» ha visto una impennata da 28 a 140 milioni di euro. Pari a un aumento reale del 357%.

Negli ultimi cinque anni la spesa per il noleggio di veicoli al Senato si è impennata del 36% oltre l'inflazione mentre, in parallelo, il costo della «gestione autoparco» (da 116 a 220 mila euro) veniva quasi raddoppiato e contemporaneamente erano più che raddoppiati (più 122%) gli «acquisti di autoveicoli». E allora, come la mettiamo?

E cosa sono mai i «compensi per prestazioni di carattere professionale» passati da un milione e 291 mila euro a quasi tre milioni? E come si possono spendere 35 mila euro di «tessere di riconoscimento», cioè quasi 25 mila più che nel 2001? E come possono aumentare rispettivamente del 33% e del 90%, sempre al di là dell'inflazione, le spese per «arredi e tappezzerie» e della «rilegatura di libri e periodici»?

Le voci più interessanti, però, sono quelle che riguardano il personale: i dipendenti della Camera (112 mila euro di stipendio medio: 26 mila più del presidente del Consiglio) sono passati da 1.757 a 1.897: 140 in più, per un costo di oltre 212 milioni di euro di buste paga. Quanto a quelli del Senato, saliti al record: 1.096, di cui 358 commessi, benedetti non solo da un nome più chic («assistenti parlamentari») ma anche da uno stipendio medio di 115.419 euro.

Adesso c’è una boccata d’ossigeno con le maggiori entrate fiscali. Ma queste derivano, com’è noto, dai redditi maturati dagli italiani nel 2005 quando al governo c’erano Berlusconi e Tremonti. Adesso si spenderanno in funzione elettorale. Nessuno infatti pensa alle riforme strutturali, le uniche che preparano il futuro. E la prima è quella di liberalizzarci da questa classe politica, facendo entrare aria fresca e persone nuove. Possibilmente con minori privilegi e minore cinismo

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