domenica 17 giugno 2007

Call center: stop alle telefonate indesiderate

Stop alle telefonate indesiderate che arrivano a qualunque ora nelle case dei cittadini italiani per fini promozionali o per vendere direttamente prodotti e servizi, il cosiddetto "teleselling".

Con cinque provvedimenti, riguardanti alcuni dei principali gestori telefonici e società che operano in qualità di call center per conto degli stessi gestori e di altre importanti aziende, il Garante (Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan, Giuseppe Fortunato) ha prescritto una serie di misure con provvedimenti più drastici in caso di mancato adempimento, quali blocchi o divieti, a partire già dal 5 luglio, affinché venga rispettata la riservatezza e gli altri diritti degli utenti.

In particolare, gestori e call center dovranno:
- interrompere l'uso indebito indebito di numeri telefonici raccolti ed utilizzati a scopi commerciali senza il previsto consenso da parte degli interessati;
- regolarizzare le banche dati informando gli utenti e ottenendo da essi lo specifico consenso all'utilizzo dei dati per scopi pubblicitari;
- informare con la massima trasparenza gli utenti anche al momento del contatto sulla provenienza dei dati e sul loro uso;
- registrare la volontà degli utenti di non essere più disturbati;
- interrompere l'utilizzo illecito di dati per attivare servizi non richiesti (segreterie, linee internet veloci);
- effettuare controlli sui responsabili dei trattamenti svolti presso i diversi call center

I provvedimenti sono stati adottati all'esito di una intensa attività ispettiva effettuata nei mesi scorsi in tutta Italia nei confronti dei principali gestori telefonici e call center, avviata anche sulla base delle innumerevoli segnalazioni giunte dai cittadini. Le ispezioni degli uffici del Garante, in collaborazione con il Nucleo speciale funzione pubblica e privacy della Guardia di Finanza, hanno accertato trattamenti illeciti di dati personali e comportamenti non corretti nei confronti degli utenti.

Quindi non è che verranno subito fermate le telefonate anche perché, detto in questo modo (credetemi), non sarebbe più possibile nemmeno ricevere il cosiddetto servizio clienti (quando per esempio avete un problema col cellulare e chiamate voi).

Nel 2006 il giro d’affari dei call center ha raggiunto in Italia i 5.800 milioni di euro. Un business enorme, ma le fette più dolci della torta anche quest’anno non andranno ai lavoratori: precariato, paghe basse, pochi diritti e turni massacranti occupano le cronache dei pochi giornali che si occupano della materia. Un bel piatto servito per i 192.000 addetti di un settore caratterizzato da intrecci proprietari non sempre chiari, ambiguità tra esternalizzazioni e internalizzazioni dei servizi, appalti pubblici e privati al massimo ribasso, precariato diffuso.

Forse è questa la soluzione del governo Prodi per risolvere il problema del precariato in questo settore: mettere in condizione molti call center di chiudere! Tanto se poi molti lavoratori vanno a “spasso” mica è colpa sua.

Questo per dirvi che se un giorno avete le palle girate e vi suona il telefono, non prendetevela con l’operatore. C’è già in abbondanza chi si prende gioco dei lavoratori di call center (leggi gestori e politici)

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