martedì 11 settembre 2007

Le donne al top del potere aziendale

donne managerIl 2006 ha visto un'accelerazione dell'ascesa delle donne ma­nager (non azioniste o pro­prietarie) ai vertici aziendali in Italia. Accentuando un trend già in corso le don­ne amministratore delegato e direttore generale in aziende italiane con fatturato 2006 su­periore ai 40 milioni di euro sono au­mentate del 33%.

Secondo l'inchiesta del Mondo, sono oltre 30 oggi le top ma­nager che competono sul mer­cato alla pari con i loro colleghi maschi, gestendo una fetta di business che vale circa 100 miliardi di euro. Di queste, la metà tiene le redini di aziende con oltre 200 milioni di fattura­to. Se si aggiungono poi le ma­nager di primo livello, che rife­riscono direttamente al pro­prio ad, si arriva a poco più di cento nomi che il Mondo ha in­dividuato come depositari del potere al femminile nelle im­prese italiane, fra ad, dg e pri­me linee. Dice Cristina Bom­belli, docente della Sda Bocco­ni, impegnata sulle tematiche delle donne nelle imprese: «Nei momenti di transizione come questo, l'azienda osa più facilmente il cambiamento».

In confronto agli altri Paesi europei, tuttavia, si tratta an­cora di una cifra esigua. Secon­do la Commissione europea, le donne dirigenti sono, in Italia, solo il 24% del totale dei diri­genti, contro il 35% della Francia, il 32% del Regno Unito, il 39% dell'Irlanda. Inoltre, la percentuale di don­ne diminuisce a mano a mano che si sale nella scala gerarchi­ca (un fenomeno chiamato se­gregazione verticale). Rispetto a un tasso medio europeo di occupazione femminile del 55,6% (in Italia è al 42,7%, contro il 57% della Francia, il65% del Regno Unito e il 71% della Norvegia) il top manage­ment è infatti quasi tutto ma­schile. Un'indagine Ue sulle prime 50 società quotate dei 30 Paesi dell'Unione mostra che l'Italia, come percentuale di donne presenti nel top management, è al penultimo posto, prima di Malta e dopo la Spagna, con meno del 5%. Negli Stati Uni­ti, secondo l'ultima indagine Catalyst 2003 sulle 500 aziende Fortune, sono donne il 15,7% dei manager e il 7,9% dei top. Sono ancora poche, dunque, ma stanno recuperando terreno rapidamente.

Secondo l'I­stat, in dieci anni (1993‑2003) le donne dirigenti sono au­mentate del 65%, mentre, nel­la piccola e media impresa, so­no passate dal 4,7% del 2001 al 6,1% del 2004 (Federmana­ger). Anche perché le caratte­ristiche manageriali conside­rate femminili per eccellenza (attenzione ai rapporti inter­personali, capacità di media­zione, flessibilità) rappresen­tano sempre più un valore ag­giunto. Diventano cruciali nell'attribuzione di ruoli chiave, soprattutto nelle aziende multinazionali.

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