mercoledì 5 settembre 2007

Riaprire le case chiuse

prostituzioneA riportarlo di attualità questa volta è la notizia di un giro di vite contro i clienti delle lucciole di Genova che consiste nell’utilizzo di telecamere, l’invio delle multe direttamente a casa e il taglio dei punti della patente. Come nel caso della messa al bando dei lavavetri, la politica si è divisa trasversalmente, ma i toni sono meno accesi rispetto a quelli suscitati dalla decisione presa dal comune di Firenze.

Il ministro del Lavoro Cesare Damiano si schiera, a titolo strettamente personale, per legalizzare il lavoro più antico del mondo. L’argomento, riconosce l’esponente, Ds, è delicato perché c’è di mezzo la persona umana e tutte le implicazioni di carattere etico e morale e il tema divide trasversalmente la politica fin dalla nascita della Repubblica.

Franco Grillini, esponente di Sinistra democratica e leader storico dell’Arci gay, è talmente convinto della necessità di fare emergere l’attività dei «sex worker» che ha presentato un provvedimento che cancella alcune norme repressive previste dalla legge Merlin, come il favoreggiamento e l’adescamento, ipotizza la zonizzazione e consente a chi si prostituisce di costituirsi in cooperative.

Il mercato della prostituzione è un grande business, e dalla relazione curata dal Centro studi sulla sicurezza pubblica emergono dati che confermano l’ampiezza del fenomeno, cifre che rispecchiano la situazione della nostra realtà. In Italia il 16% delle «lucciole» hanno un’età inferiore ai 22 anni, il 7% sono laureate mentre il 40% vantano un diploma di scuola superiore, il 25% sono transessuali.

Ma la prostituzione è una realtà variegata ed è bene mettere un po’ d’ordine: le prostitute in Italia sono circa 50-70 mila di cui 25.000 immigrate e 2.000 (!!!) minorenni. Il 65% delle prostitute, pari a circa 40.000 donne, lavora in strada, il 29,1% in albergo. Le altre ricevono i clienti “in privato”. Da 5.000 a 7.000 euro: tanto rende al mese una prostituta al suo sfruttatore. Diciassette: le prostitute uccise in strada nel 2000. Tra il 10 e il 30% del totale i transessuali che si prostituiscono. Nove milioni: il numero dei clienti che si rivolgono al sesso a pagamento. Circa 90 milioni di euro, il giro d’affari mensile della prostituzione in Italia.
La legge Merlin del ‘58, a detta di molti, dopo cinquant’anni dalla sua approvazione, non è idonea a gestire il fenomeno della prostituzione in Italia che, di fatto, rimane una realtà presente e costante di fronte alla quale è difficile chiudere gli occhi.

Prima dell’entrata in vigore della legge del ‘58 la prostituzione all’aperto era molto poco diffusa, mentre come ha riferito Pia Covre, esponente di punta del Movimento per i diritti delle prostitute, oggi in Italia si calcola che le lucciole in strada siano circa 50.000, aumentate in maniera esponenziale negli ultimi decenni complice l’aumento dell’immigrazione clandestina.
I risultati di questa legge che in maniera anomala non proibisce la prostituzione ma “abolisce la regolamentazione” sono sotto gli occhi di tutti noi ed è inutile elencarli poiché notizie legate alla prostituzione ed ai reati ad essa connessi sono tristemente riportati tutti i giorni su quotidiani e telegiornali.

Come si vede le ripercussioni di tale “non regolamentazione” sulla società sono numerose: ordine pubblico, diritti umani, sanità, riciclaggio e non per ultimo evasione fiscale. Infatti per lo stato Italiano coloro che esercitano la prostituzione non esistono, ovvero sono in un limbo nel quale né il diritto è esercitato né il dovere è richiesto. Lavorano ma non sono tutelati, guadagnano ma non rientrano in un sistema fiscale.

Proprio il movimento di denaro legato a questo “fenomeno” sfugge completamente ad ogni controllo. Oltre ad una “virtuale” evasione fiscale gran parte dei soldi intascati da coloro che gestiscono in maniera malavitosa la prostituzione finiscono in droga, riciclaggio, attività criminali, armi, tratta di esser umani.Il giro d’affari presunto è stimato oltre i 1.000 milioni di euro (!!!)…più o meno una finanziaria dei nostri governi, con una evasione di oltre 300milioni di euro, che farebbero di molto comodo al governo e all’Italia. Politici svegliatevi!

La prostituzione all'Estero: Gran Bretagna: le case di appuntamento sono illegali. Sono punibili le prostitute, ma non i loro clienti. Commette reato chi abborda una prostituta per strada. Olanda: basta avere 18 anni e l'autorizzazione a risiedere in territorio olandese per fare la prostituta, che qui è considerata una professione come le altre. Le donne lavorano in appartamenti o in case d'appuntamento. Sono presenti distretti a luci rosse. Germania: consentito sia l'esercizio della prostituzione che la presenza di case chiuse. Non solo, le donne coinvolte nel fenomeno pagano le tasse e hanno recentemente chiesto una nuova legge che garantisca più diritti e tutela sociale. Francia: abolite le case chiuse, ma negli ultimi tempi la maggioranza dei francesi si è schierata a favore della loro riapertura. Svizzera: l'art. 199 del Codice penale Svizzero (esercizio illecito della prostituzione) costituisce la base legale della nuova legge e consente ai cantoni di delegare le loro competenze ai comuni per tener conto in misura accresciuta delle situazioni locali. Spagna: è legale prostituirsi ed andare con prostitute. La prostituzione per strada è quasi assente. Esistono case chiuse e centri del sesso. È reato solo lo sfruttamento.

Proposta di legge d’iniziativa popolare per regolare l’esercizio della prostituzione
Art.1)
Chiunque può esercitare la prostituzione nel territorio italiano, cioè la cessione di prestazioni sessuali a pagamento, qualora abbia compiuto il ventunesimo anno d’età, abbia la cittadinanza dell’Unione europea, o risieda regolarmente in essa, sia iscritto al servizio sanitario nazionale italiano e sia in possesso di autorizzazione al meretricio rilasciata dall’azienda sanitaria locale competente per territorio.
Art.2) L’autorizzazione al meretricio deve essere rilasciata dall’azienda sanitaria locale previa accertamento che la persona non sia portatrice di malattie trasmissibili per via sessuale, e sia di sana e robusta costituzione, in base ad un protocollo medico sanitario promulgato con decreto dal ministro della sanità, ed aggiornato entro il 21 aprile d’ogni anno. L’autorizzazione al meretricio è soggetta a rinnovo trimestrale, previa gli accertamenti sullo stato di salute della persona previsti dal suddetto protocollo.
Art.3) La prostituzione può essere esercitata recandosi presso il domicilio del cliente, o presso il domicilio dell’esercente, ovvero presso strutture alberghiere, in regola con tutta la normativa riguardante l’ospitalità alberghiera, autorizzate a concedere stanze per alloggio ad esercenti la prostituzione. Detta autorizzazione è rilasciata dall’azienda sanitaria locale, previa l’accertamento della normativa sanitaria prevista ad hoc dal protocollo medico sanitario suddetto.
Art.4) I proventi della prostituzione entrano a far parte del reddito imponibile della persona, e sono soggetti ad imposta sul valore aggiunto, nella misura prevista per le professioni liberali.

Nessun commento: