venerdì 2 novembre 2007

Casa: quale verità?

mutuo casaAbbiamo assistito giovedi sera 1 novembre nella trasmissione “Annozero” di Michele Santoro ancora una volta alla poca chiarezza del vero problema che doveva essere primario della trasmissione: “i cari mutui” e le responsabilità delle banche.

Alla puntata hanno partecipato il vice presidente di Forza Italia Giulio Tremonti; il presidente della Adam Smith Society Alessandro De Nicola, il corrispondente per la Cina del quotidiano Repubblica Federico Rampini e Gianfranco Funari.

La puntata si è occupata inoltre di nuove povertà: persone travolte nell’insicurezza, impoverite dal caro vita, avvilite dalla mancanza di progetti e sogni e costrette a sopravvivere. Persone che una volta si sarebbero definite “benestanti” e che oggi contano i centesimi per arrivare a fine mese.

Per quanto concerne i cari mutui, a mio avviso dobbiamo riflettere e farci spiegare dagli “esperti” perché anni fa con interessi anche più alti di oggi si riusciva a coronare il sogno che ogni cittadino ha: comperare una casa.

Faccio un esempio: personalmente nel 1977 (allora avevo 31 anni, sposato da 6 e con 2 figli di 5 e 3 anni) ho acquistato la mia casa pagata 49milioni di lire con 14milioni in contanti e 35milioni di mutuo addirittura a 15 anni (e non 30 anni!) con una rata di 350.000 lire mensili. Il mio stipendio netto annuo era di circa 16milioni di lire (quale dirigente commerciale) e già più fortunato di un operaio o di un impiegato.

A questo punto si deve osservare un primo eclatante risultato e cioè: il rapporto costo casa/stipendio netto era del 300%, il che significa che oggi una persona che guadagna 30.000 euro netti l’anno si dovrebbe permettere di acquistare una casa di 90.000 euro, pagare 27.000 euro di anticipo e accendere un mutuo a 15 anni di 63.000 euro con rata mensile a tasso fisso di euro 500.

Allora dov’è il problema? Provate voi a trovare una casa a 90.000 euro!

Appare evidente che se i mutui hanno un interesse più basso del mio esempio e quindi più favorevoli (a parte chi, a mio avviso scelleratamente, sceglie il tasso variabile che è come suicidarsi in quanto i primi anni le rate mensili sono composte in maggior importo dagli interessi e una piccolissima parte di capitale e pertanto se gli interessi aumentano, la rata mensile aumenta notevolmente) il problema principale sta nel costo delle case.

A Roma una casa di modeste dimensioni di circa 80/100 mq nella prima periferia (non estrema e non in centro naturalmente) nelle vicinanze del Grande raccordo anulare costa circa 300mila euro (rapporto costo/stipendio 1000%) e se si dispone di 90.000 euro per l’anticipo (30%) il mutuo da richiedere sarà di 210.000 euro a tasso fisso con un costo mensile di 1.700 euro per 15 anni; 1.400 euro per 20 anni; e di 1.200 euro per 30 anni. E come si fa se lo stipendio netto è di 2.500 euro mensili netti?

Facendo un paragone con il mio esempio lo stipendio dovrebbe essere di euro 6.800 mensili! Questo spiega perché c’è un incremento dei casi di pignoramento delle case.

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